Pietro Fraire

PROFILO E MEMORIA DELL’UOMO,
DELL’INTELLETTUALE E DEL POLITICO

L’uomo

Era dotato di una solida preparazione in campo storico, umanistico e musicale, nel contempo sapeva guardare alle cose e ai fatti della vita con sana perspicacia sorretto da un suo fare caratteristico, un poco sospettoso ed indagatore, come chi appartiene a sane radici contadine,sempre curioso del sapere più alto .

Proprio come coloro che amano prima osservare e poi guardare lontano, gli piaceva credere che le cose potessero sempre  cambiare. Era ben cosciente che viviamo nella misura in cui facciamo della nostra vita un dono per gli altri. In tal modo ha sempre inteso il suo impegno di insegnante e di giornalista prima e di politico poi. Le forti e continue testimonianze che ha ricevuto in vita ci dicono e ci documentano che vi è riuscito.

In lui era profonda la capacità di cogliere l’essenza dei fatti pur nel mutare degli eventi, nel contempo sapeva cogliere le situazioni che stavano dietro e dentro le persone, ma che lui stemperava sempre con la sua arguzia. Era un uomo attento, vicino alle persone, un intellettuale che esprimeva una grandissima umanità.

Le banalità non gli appartenevano, per questo pretendeva sempre una educazione volta al bello e alla grazia che sta nell’arte. Lo pretendeva dalle nuove generazioni, nella loro formazione. Seguire artisti emergenti era una sua passione, possedeva una visione delle potenzialità insite nei talenti che lui intravedeva.

Insegnante e giornalista

Anche dentro l’aula scolastica sapeva farsi voler bene. Professore di storia e filosofia e successivamente anche di letteratura italiana, il nostro professore, così ancora molti dei suoi alunni amano ricordarlo – quasi a farsene un vanto –;un insegnante non comune, mai banale nelle lezioni, sapeva trasmettere il suo amore per la cultura umanistica.

Da giornalista, ha testimoniato  un pezzo di storia della città di Bra, di quando il senso civico che porta alla crescita morale, individuale e collettiva, si misurava tanto nelle parole come nei gesti e nei comportamenti, sempre pieni di coerenza e di coraggio

Costante nel suo impegno politico per Bra e per il territorio, ha attraversato quasi un secolo di vicende, non tralasciando mai di seguire gli eventi che mutavano abitudini, realtà e persone. Non è mai venuto meno al suo impegno giornalistico nel voler parlare in modo semplice e profondo alla sua gente. Il tratto caratterizzante lo ha speso con Il Braidese ( poi Il Nuovo Braidese), storica testata giornalistica cittadina che ha fondato  con Domenico Dogliani.

L’intellettuale

Piero Fraire aveva alle spalle un’eccellente formazione liceale: come non sottolineare fra i docenti del “G. B. Gandino”, arrivato appena all’autonomia dal liceo di Alba, l’eloquio fascinoso della docente di italiano l’allora giovanissima Lucia Reviglio o le dotte letture greco-latine di Tezzo? All’Università di Torino Fraire arrivò quando vi insegnavano nomi prestigiosi come Nicola Abbagnano, Augusto Rostagni, Antonio Maddalena, Franco Venturi.

Il suo approccio ai corsi fu quello che per lungo tempo fu in auge nelle università tedesche, nelle quali l’unico punto fermo era l’esame di laurea finale: seguiva le lezioni più avvincenti, indipendentemente dal piano di studi, le alternava o mescolava con l’ascolto di conferenze extrauniversitarie, concerti, visite di mostre e vita goliardica. Il precoce impegno politico, gli incarichi di insegnamento conquistati precocemente, e, per così dire un eccesso di interessi culturali, lo tennero lontano dalla conclusione formale degli studi.

Nel complesso la sua formazione fu in gran parte da autodidatta: una lezione ascoltata, un accadimento gli fornivano lo spunto per andare a cercare sui libri più autorevoli le informazioni, che rielaborava criticamente alla luce del suo pensiero.

A parte la gran mole di articoli di fondo, di costume, di resoconti di vita amministrativa redatti per l’Eco della Zizzola, per il Braidese e altri giornali, Fraire prediligeva socraticamente la parola parlata, leggendo e custodendo con amore i libri importanti. Sua fu l’idea e il reperimento degli autori e delle risorse, perché Bra avesse una sua storia organica. L’opera fu pubblicata in due tranches a partire dal 2002, partendo dall’Otto-Novecento (Mola-Berardo), per poi affrontare a ritroso i secoli precedenti (Francesco Panero).

Già come assessore alla cultura aveva promosso frequenti incontri con scrittori e musicisti, la presidenza della cittadina Cassa di Risparmio, da lui dotata di una sala-auditorium, rappresentò un’ulteriore intensificazione di tali iniziative, inanellando conferenze e concerti di alta qualità. L’impegno nella promozione della cultura musicale si tradusse nell’ideazione e nel sostegno ad iniziative volte alla riscoperta di compositori piemontesi e , con una serie di incisioni, valorizzò ad esempio Romualdo Marenco e i canti popolari di Sinigaglia-Gandino.

Amici miei sono semplicemente
un innamorato della letteratura.
Anche se questo “semplicemente”
costa fatica…

Anno 1952 – 5° Ginnasio – Giardini di Belvedere

Sindaco e amministratore comunale

Ha ricoperto la carica di sindaco di Bra per 11 anni, dal 1970 al 1976 e poi dal 1980 al 1985. Insignito del titolo di Grand’ufficiale e Cavaliere di Gran Croce, Piero Fraire ha avuto una lunga carriera politica anche come consigliere regionale dal 1985 al 1987 e come consigliere provinciale dal 1985 al 1995. Consigliere comunale del comune di Verduno dal ’90 al ’95, comune al quale ha voluto donare parte della sua monumentale raccolta di libri, opere editoriali e collezioni musicali .

Per 25 anni ha quindi risposto alle esigenze della sua gente sempre con programmi pragmatici che parlassero fattivamente di opere volte allo sviluppo e di edilizia sociale. Nei dibattiti consiliari mai trapelavano in lui elementi di rancore, i suoi interventi erano sempre mossi e dettati dal solo rispetto delle idee.

Storico Presidente della Cassa di Risparmio di Bra, anche da quella posizione autorevole ha cercato di servire nello scrupolo delle regole. Ricordarlo solo per le cariche ricoperte sarebbe riduttivo,non devono infatti essere disgiunte dalla forte sua umanità, dalla determinazione che in lui trapelava forte sia dai suoi discorsi che dal confronto.

Ancora oggi tanti avversari gli riconoscono il merito di avere spesso avuto ragione. Aveva la rara capacità di conoscere, di saper dire prima quanto si potesse fare per raggiungere gli obiettivi, e qual fosse il tipo di atteggiamento che bisognasse avere.

La sua scuola politica di pacatezza e di preparazione alta dovrebbe essere riscoperta.

Il Politico

Il suo tratto distintivo consisteva nell’avere  sempre molto chiaro un senso di appartenenza al territorio accompagnato da un lavoro pratico e molto intenso su tutta l’area di Langa e di  Roero, lavorando spesso anche con la città di Alba. Una visione questa al di là da venire, in quei tempi fatti solo di serrato campanilismo.

Il nascere di importanti realtà come il Consorzio di smaltimento rifiuti, la gestione delle questioni legate alle acque reflue, il problema della costruzione di un depuratore importante ed unico sul territorio, un Ente turismo unico che valorizzasse l’intero territorio erano visioni lungimiranti sul futuro di questo territorio che crediamo gli vadano ascritte.

In quegli anni di nascente ottimismo, ma anche di grandi conflitti sociali, molta della politica provinciale guardava a lui. È stato un abilissimo presidente dell’Assemblea del Comprensorio, una istituzione che si occupava della programmazione territoriale, dove si cercava il coinvolgimento più largo, ma dove era anche presente un dibattito politico a tratti aspro, ma comunque rispettoso e forte. Nelle grandi opere consortili ricoprì la carica di vicepresidente del Consorzio rifiuti, realizzazione assolutamente importante per tutta la zona albese e braidese, pensata in un momento in cui le discariche e la problematica della gestione dei rifiuti erano viste con sospetto dalla cittadinanza. Si riuscì nell’intento e nella realizzazione grazie anche alla sua saggezza e ai suoi consigli, con un coinvolgimento totale dei sindaci del territorio.

Rimane emblematico il ricordo di come ad un famoso Convegno a Cuneo – cruciale per le sorti del suo partito politico- (congresso provinciale della DC nel ’92) nel tempo in cui la DC si stava spaccando (c’era il partito popolare, c’era l’avvento della seconda repubblica…), in un clima fatto da idee diverse e molto teso, lui fece l’intervento unificatore e di alto indirizzo verso una determinante soluzione a cui molti guardarono e appresero per guidare anche l’assetto nazionale.

Antesignano di una scuola che educasse alla politica e volta ad una nobile arte di guidare le persone e le società, desiderava la formazione personale prima di ogni arrivismo.